Attaccato il BOMBAZZA
Carissimi Bloggernauti, eccoci nuovamente dopo anni di fermo per motivi di pensiero dei nostri cari concittadini che hanno tentato di azzittire la voce di noi poveri scrittori della domenica, torneremo a dare un press alla nostra redazione, intanto beccatevi un nuovo post, più o meno importante lo deciderete voi.
Di recente (esattamente il 26/03/12 alle 16.45) è arrivata una news a molti iscritti del sito del CAI di Gubbio che recita:
La montagna presa in giro
Bizzarria? Stranezza? Sfida all’inverosimile? L’allegro scalatore? Ai lettori libertà di pensiero per commentare l’avventura che Vittorio Brumotti, mister “bombazza” di Striscia la Notizia ed equilibrista del pedale, ha deciso di intraprendere tentando di salire in vetta all’Everest accompagnata dall’inseparabile bicicletta. Impresa in cui sarà assistito da Simone Moro, hymalaista e tra i più grandi alpinisti del mondo, stavolta in veste di trainer. Ovvero la guida e il suo cliente. Premesso che la Montagna è e deve rimanere il terreno pulito e fecondo per la libertà di pensiero, azione e sogno per ciascuno, la spedizione all’Everest del campione di bike trial Brumotti avrà sicuramente una veste spettacolare, grazie alla presenza costante di cineoperatori al seguito, ma rischia certamente di banalizzare il significato stesso dell’approccio all’inerpicata sul Tetto del Mondo. Dietro ogni spedizione sugli Ottomila, come pure alla conquista delle cime più aspre e difficili, è sostenuto da una profonda componente ideale, umana e spirituale che fa dell’alpinismo una scuola di vita. Infondere l’idea che si possano fare acrobazie laddove, in altre circostanze, la fatica dell’uomo accompagna la salita dal Campo Base, appare obiettivamente fuorviante. Brumotti insegue tre obiettivi: scalare con una bicicletta alcuni tratti dell’Everest, essere il primo uomo ad arrivare in vetta con una bici e, una volta messo piede sul tetto del mondo, compiere il maggior numero di salti sulla ruota posteriore. Ma allora questo è lo Show dei Record! Nel 1931 Giuseppe Mazzotti scriveva titolando “La Montagna presa in giro”. Un autorevole giornalista bergamasco che segue i temi della montagna, a proposito dell’impresa di Brumotti, ha chiosato che nessuno, sinceramente, ne sentiva la mancanza.
Bizzarria? Stranezza? Sfida all’inverosimile? L’allegro scalatore? Ai lettori libertà di pensiero per commentare l’avventura che Vittorio Brumotti, mister “bombazza” di Striscia la Notizia ed equilibrista del pedale, ha deciso di intraprendere tentando di salire in vetta all’Everest accompagnata dall’inseparabile bicicletta. Impresa in cui sarà assistito da Simone Moro, hymalaista e tra i più grandi alpinisti del mondo, stavolta in veste di trainer. Ovvero la guida e il suo cliente. Premesso che la Montagna è e deve rimanere il terreno pulito e fecondo per la libertà di pensiero, azione e sogno per ciascuno, la spedizione all’Everest del campione di bike trial Brumotti avrà sicuramente una veste spettacolare, grazie alla presenza costante di cineoperatori al seguito, ma rischia certamente di banalizzare il significato stesso dell’approccio all’inerpicata sul Tetto del Mondo. Dietro ogni spedizione sugli Ottomila, come pure alla conquista delle cime più aspre e difficili, è sostenuto da una profonda componente ideale, umana e spirituale che fa dell’alpinismo una scuola di vita. Infondere l’idea che si possano fare acrobazie laddove, in altre circostanze, la fatica dell’uomo accompagna la salita dal Campo Base, appare obiettivamente fuorviante. Brumotti insegue tre obiettivi: scalare con una bicicletta alcuni tratti dell’Everest, essere il primo uomo ad arrivare in vetta con una bici e, una volta messo piede sul tetto del mondo, compiere il maggior numero di salti sulla ruota posteriore. Ma allora questo è lo Show dei Record! Nel 1931 Giuseppe Mazzotti scriveva titolando “La Montagna presa in giro”. Un autorevole giornalista bergamasco che segue i temi della montagna, a proposito dell’impresa di Brumotti, ha chiosato che nessuno, sinceramente, ne sentiva la mancanza.
Adesso che tutti possiamo esprimere le nostre opinioni va benissimo, ma essere obbiettivi su certe situazioni, invece che essere spinti dalla passione di tutta una vita che in alcuni contesti potrebbe accecare anche un piccolo concetto che lo Show non ha limiti.
Comunque è giusto esprimere qualsiasi opinione, ricordiamoci soltanto che di uomini con doni speciali ne sono esistiti tantissimi Reinhold Messner è riuscito dove tanti hanno fallito, magari seguito da fotografi e telecamere (anche se in piccola dimensione) e oggi ci prova Brumotti "Bombazza" con il seguito di telecamere e tecnologia che il presente ogi può permettersi.
Sempre Libertà di replica
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